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CENTRO STORICO DI FIRENZE

icona patrimonio sito UNESCO
PATRIMONIO CULTURALE
DOSSIER UNESCO: 174
CITTÀ DI ASSEGNAZIONE: PARIGI, FRANCIA
ANNO DI ASSEGNAZIONE: 1982
MOTIVAZIONE: Dal punto di vista architettonico, scultoreo e pittorico, il centro storico di Firenze racchiude un concentrato di capolavori incomparabile, che si sviluppò a partire dal Medioevo, epoca in cui la città esercitò un ruolo politico ed economico di enorme rilevanza in tutta Europa. Nel Quattrocento, poi, figure del calibro di Masaccio, Donatello e Brunelleschi hanno rivoluzionato la storia dell’espressività umana, legando indissolubilmente il concetto di ‘Rinascimento’ al fiorire artistico della città.

“[…] Possiamo vedere una città famosa in tutto
il mondo, che non ha cambiato per niente il suo
profilo fin dai giorni di Cristoforo Colombo, e che
sembra rimanere in piedi come un simbolo quasi
inviolato, nel flusso delle cose umane, a ricordarci che
assomigliamo ancora agli uomini del passato assai
più di quanto non differiamo da loro.”

Romola, George Eliot

Sono molte, in fondo, le città in grado di ammaliare, di accendere emozioni roventi, di lasciare una traccia indelebile nell’animo del viaggiatore più appassionato; sono pochissime, invece, quelle che regalano la sensazione di essere in un luogo che ha cambiato i destini del mondo. Firenze è una di queste: con il suo prodigioso sviluppo in epoca rinascimentale, ha segnato indelebilmente la storia artistica, sociale e filosofica non solo della nostra cultura, ma dell’umanità intera. E l’inclinazione fiorentina per la bellezza non si è certo spenta con l’esaurirsi di tale irripetibile stagione, perché la città regala anche capolavori manieristi e grandiosi affreschi barocchi, fino all’esplosione di espressioni artistiche contemporanee.

DA NON PERDERE

“Bello svegliarsi a Firenze, aprire gli occhi in una camera luminosa e nuda […] Bello, anche, spalancare le finestre pizzicandosi le dita nei chiavistelli inconsueti, affacciarsi allo splendore del sole su ameni colli e alberi e chiese marmoree dirimpetto e, a brevissima distanza sotto di sé, scorgere l’Arno che gorgoglia e lambisce la spalletta fiancheggiante la strada.”

Edward Morgan Forster ha scritto Camera con vista più di 100 anni fa, ma le sue parole descrivono benissimo l’esperienza che attende anche il visitatore odierno.
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Visitare la
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Galleria degli Uffizi di prima mattina è un modo splendido per iniziare la giornata, oltre che per ammirare qualche sala prima dell’immancabile assalto dei visitatori. Del resto, non potrebbe essere altrimenti, dato che si tratta di uno dei più strabilianti, meravigliosi e stupefacenti musei al mondo. Ben presto vi accorgerete che, lungo corridoi che risplendono di bellezza e al cospetto dei capolavori di Botticelli e dei grandi maestri del Rinascimento, superlativi e toni enfatici continueranno ad affollare la vostra mente per tutta la durata della visita. Subito dopo, ci si sposta giusto di due passi per intercettare un’altra mirabolante icona cittadina:
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Piazza della Signoria, dal Medioevo il simbolo del potere politico fiorentino, il luogo nel quale si tenevano le adunanze, si eseguivano le condanne a morte, si celebravano le feste cittadine. Oggi la piazza lascia di stucco per la sintesi tra monumentalità grandiosa e linee sinuose, profili asimmetrici e geometrie regolari; per la pluralità scultorea della Loggia dei Lanzi e la singolarità solenne della Fontana del Nettuno; e per la necessità di sgomitare strenuamente nel tentativo di avanzare e la possibilità di contemplare una bellezza ai limiti dell’idealità. Domina la piazza
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Palazzo Vecchio, con il superbo profilo medievaleggiante della facciata, il ciclopico Salone dei Cinquecento, gli appartamenti privati dei Medici e i numerosi capolavori pittorici custoditi all’interno. A quel punto, un diversivo dalle forme artistiche tradizionali calza davvero a pennello, soprattutto perché nella sublime cornice di
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Palazzo Strozzi sono allestite regolarmente mostre dei più importanti artisti contemporanei al mondo. Si chiude il tour nel migliore dei modi visitando la
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Basilica di Santa Maria Novella: da Giotto a Brunelleschi, da Masaccio a Paolo Uccello, da Filippino Lippi al Ghirlandaio, è il posto giusto per un’ulteriore immersione tra gli eroi del Rinascimento

“E se tra Piazza Signoria e gli
avelli di Santa Croce, si aggirano
inesauste le ombre dei Grandi ad
accendere di sacro fuoco i diacci
spiriti della modernità, nei vicoli
di San Frediano, il popolo che fu
contemporaneo di quei Padri, ci
si muove in carne ed ossa, vi sta
‘di uscio e bottega’.”

Le ragazze di Sanfrediano, Vasco Pratolini

Superato l’Arno, lasciati alle spalle il fulgore di Palazzo Pitti e la frenesia di Piazza Santo Spirito, si sviluppa San Frediano, che Vasco Pratolini ha scolpito con le sue suggestive opere nell’immaginario collettivo. In seguito alla pubblicazione di Le ragazze di Sanfrediano e di Metello, il rione divenne famoso per l’atmosfera verace, per la gente sanguigna e scaltra, per l’anima popolaresca che pervade le sue strade e i vicoli animati. Anche se le cose oggi sono un po’ cambiate e gli affitti non sono più a buon mercato, come nel secondo dopoguerra, San Frediano rimane un posto dal fascino speciale: qui troverete una concentrazione di locali e localini molto piacevoli in cui passare la serata, oltre a trattorie economiche, teatri e piazzette dove i bambini giocano a calcio.

E in ogni caso, per non dimenticarvi che siete comunque nella città del Rinascimento, tenete presente che anche da queste parti non si lesina in meraviglie artistiche: è in San Frediano, infatti, che si trova la Cappella Brancacci affrescata da Masaccio e Masolino, il luogo in cui negli anni ’20 del Quattrocento la storia dell’arte ha cambiato rotta.

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I siti italiani Patrimonio UNESCO si raccontano attraverso le parole di grandi scrittori che ne hanno celebrato la storia e la bellezza

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PER I PIÙ GIOVANI

«GALEAZZO MARIA RIMASE TALMENTE AFFASCINATO DALLA CITTÀ CHE SCRISSE AI SUOI GENITORI: “UNA SOLA CHOSA DIRÒ, CIOÈ: CHE A FIORENZA È IL PARADISO”.»
attività per bambini del sito UNESCO nr. 4
Nella primavera del 1459, il sedicenne Galeazzo Maria Sforza, figlio di Francesco Sforza, signore del ducato di Milano, viene mandato a Firenze dal padre. Il suo soggiorno in città è raccontato nel libro La congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici di Franco Cardini e Barbara Frale. Allora come oggi, l’impatto di Firenze sui visitatori, anche i più giovani, è notevole. Se c’è un’opera del Rinascimento in grado di attrarre irresistibilmente anche i bambini è senz’altro il Corteo dei Magi (1459) che Benozzo Gozzoli ha affrescato nel
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Palazzo Medici-Riccardi. L’ambientazione, infatti, è quella di una fiaba, e la profusione di dettagli, dalle vesti sontuose alle scene di caccia, dalla varietà botanica al tripudio di animali esotici, calamita l’attenzione come un cartone animato. Anche al
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Museo Leonardo da Vinci ci si diverte, grazie alla presenza di una cinquantina di riproduzioni in legno delle più strampalate, geniali e avveniristiche invenzioni del vulcanico scienziato, in molti casi perfettamente funzionanti. Si va dall’antesignano dell’elicottero alla catapulta, in un percorso piacevole e stimolante. La tappa successiva richiede impegno, perché per salire sulla cupola della
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Cattedrale di Santa Maria del Fiore ci sono più di 400 gradini, ma la sensazione è quella di vivere una grande avventura. E poi, la vista dall’alto su Firenze accende di entusiasmo e ripaga di ogni fatica. Una volta scesi, ci si dirige verso
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Piazza della Repubblica, un luogo nevralgico della città, dove, fino al 1865, l’atmosfera brulicava di mille attività, sorgeva il mercato, si sviluppava il ghetto ebraico; poi Firenze fu proclamata capitale del Regno d’Italia e l’area fu completamente rasa al suolo per lasciare spazio a un elegante, arioso e un po’ asettico spazio cittadino, dove ancora oggi signoreggiano prestigiosissimi caffè ed edifici di rappresentanza. Di sicuro, però, la giostra al centro della piazza piacerà un sacco ai vostri bambini. Il sito successivo, poi, li manderà letteralmente in estasi: il
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Museo HZERO, infatti, ospita un plastico di 280 mq, dove i trenini girano a diverse velocità, in un’ambientazione curata in ogni singolo dettaglio. Il finale prevede un grande classico fiorentino,
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La Specola: in questo straordinario museo naturalistico, che prende il nome dall’osservatorio astronomico (dal latino ‘specula’) collocato nel Torrino, ammirerete animali imbalsamati come se piovesse, la più ampia collezione al mondo di cere anatomiche settecentesche e giganteschi scheletri di mammiferi.
sito UNESCO nr. 4 in Italia
CONSIGLI DI LETTURA

Suggerimenti di lettura per scandagliare i recessi più nascosti della città.

  • Romola, George Eliot (1862-63). Si racconta che la scrittrice Mary Ann Evans (George Eliot era uno pseudonimo), membro della folta comunità di intellettuali inglesi che abitarono Firenze nel XIX secolo, conoscesse la città in ogni suo minimo anfratto. E, in effetti, la rappresentazione dettagliata delle lotte di potere alla fine del Quattrocento che emerge in questo romanzo storico, nel quale appaiono numerosi personaggi realmente vissuti come Savonarola e Piero di Cosimo, fa pensare che non fosse solo una diceria.
  • Mattinate fiorentine, John Ruskin (1875-77). Pochi autori, al pari del grande studioso inglese, sanno trasformare la critica d’arte in alta letteratura. E anche se molte delle attribuzioni degli affreschi nelle chiese fiorentine sono state smentite nei decenni successivi, la bellezza ipnotica delle pagine dedicate a Giotto e agli altri protagonisti della pittura locale rimane intatta.
  • Camera con vista, Edward Morgan Forster (1908). Classico della letteratura di inizio Novecento, ambientato nella prima parte a Firenze, dove germoglia l’amore di Lucy per George. Tra i molti motivi di interesse, spicca la descrizione di una città già in preda a un numero eccessivo di visitatori, in un’epoca in cui il turismo di massa era un fenomeno non ancora rilevante.
  • Le ragazze di Sanfrediano, Vasco Pratolini (1949). La più anticonvenzionale, irrituale e disinvolta tra le opere novecentesche su Firenze offre un ritratto di una città brulicante e ardente, lontana dalle raffinatezze dei palazzi nobiliari, dagli intrighi di corte e dall’opulenza artistica. Pratolini insegna che conviene non fare arrabbiare le ragazze del rione...
  • La favola Pitagorica. Luoghi italiani, Giorgio Manganelli (1984). Tra gli innumerevoli viaggiatori che hanno tributato pensieri e meditazioni a Firenze, Giorgio Manganelli si distingue per la capacità di estorcere significati e visioni originali all’ordinariamente incensata ‘cooperativa di capolavori’ cittadina. Una lettura raccomandatissima, in particolare prima di affrontare la visita ai monumenti più iconici.
  • Inferno, Dan Brown (2015). Passano i secoli, ma Firenze continua a destare la stessa meraviglia in artisti e scrittori. Dan Brown ha ambientato nella città la prima parte di uno dei suoi più noti thriller, tra i best seller planetari del ventunesimo secolo.

Per ragazzi:

  • La congiura, Franco Cardini, Barbara Frale (2017). La potente famiglia dei Medici, banchieri che a un certo punto della loro storia sono diventati i signori di Firenze, è stata sempre al centro di complotti e congiure. Ma la più scenografica fu quella organizzata dalla famiglia dei Pazzi ai danni dei giovani fratelli Lorenzo e Giuliano.
  • Vai all’inferno, Dante!, Luigi Garlando (2020). Vasco è un ricco ragazzo fiorentino: quattordici anni, bullo della scuola, pessimi voti ma alte skills quando si tratta di giocare a Fortnite. Tuttavia, un giorno trova un avversario duro da battere, che parla in versi nascosto dietro un cappuccio uguale a quello di Dante. La sfida contro il giocatore misterioso si trasformerà nella sfida della sua vita.
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