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ISOLE EOLIE

icona patrimonio sito UNESCO
PATRIMONIO NATURALE
DOSSIER UNESCO: 908
CITTÀ DI ASSEGNAZIONE: CAIRNS, AUSTRALIA
ANNO DI ASSEGNAZIONE: 2000
MOTIVAZIONE: Le forme vulcaniche del sito rappresentano elementi classici nello studio continuo della vulcanologia in tutto il mondo. Studiate scientificamente almeno a partire dal XVIII secolo, le isole hanno fornito due tipi di eruzioni (vulcaniana e stromboliana) ai libri di testo di vulcanologia e geologia, e sono state protagoniste della formazione di tutti i geologi per oltre 200 anni. Ancora oggi, continuano a fornire un ricco campo di studi vulcanologici sui processi geologici in corso nello sviluppo delle forme del territorio.

“Il cratere di Stromboli ha la forma d’un enorme
imbuto, al fondo e nel mezzo del quale c’è un’apertura
attraverso cui un uomo riuscirebbe a malapena ad
entrare e che comunica con il camino nel cuore della
montagna. È questa apertura, simile alla bocca d’un
cannone, a scagliare un nugolo di proiettili che,
ricadendo nel cratere, si trascinano dietro pietre,
ceneri e lava, le quali, rotolando verso il fondo,
otturano l’imbuto.”

Viaggio nelle Eolie, Alexandre Dumas

Ogni isola dell’arcipelago delle Eolie ha una sua personalità forte e radicata: ognuna di esse si distingue dalle altre per aspetti naturali, storici e paesaggistici che permettono a chi le visita di scoprire ogni volta un mondo nuovo e diverso, ma appartenente a un universo unico, unito dal denominatore comune della bellezza.

Dalle esplosioni di Stromboli alle fumarole di Vulcano, dalla vivacità di Lipari alla natura rigogliosa di Salina, dal silenzio magico di Alicudi alla mondanità di Panarea, fino ai tramonti idilliaci di Filicudi, ogni isola è capace di regalare emozioni indimenticabili e ricordi che si imprimono a fuoco nella memoria. La maggior parte dei viaggiatori sbarca alle Eolie attratta dal mare turchese e dalle spiagge pittoresche, ma quest’arcipelago, oltre a un vasto e ineguagliabile manuale d’archeologia che racchiude tutte le fasi dell’evoluzione umana dal Neolitico ai giorni nostri, è un autentico paradiso per gli escursionisti.

DA NON PERDERE

“Come si diventa poeti?” “Prova a camminare sulla riva fino alla baia, guardando intorno a te.”

Come suggerisce Pablo Neruda nel film Il postino di Troisi, è sufficiente guardarsi intorno per scoprire la poesia di Salina. Dominata dal profilo inconfondibile del Monte dei Porri e del Monte Fossa delle Felci, due vulcani estinti coperti da una fitta vegetazione, quest’isola silenziosa e lussureggiante, con un mare azzurrissimo che bagna le sue spiagge sassose, è il luogo ideale per chi alla mondanità e al clamore preferisce la tranquillità di una natura selvaggia e affascinante.
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Il colore su cui dovrete sintonizzare le vostre frequenze, quando sbarcherete a
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Santa Maria di Salina, è il verde: tra le sette isole dell’arcipelago, questa si distingue maggiormente per la natura esuberante, di cui sono ammantati i fianchi degli antichi vulcani che ne disegnano il profilo, e per i vigneti, dai quali nascono vini superbi che restituiscono al palato profumi di aria marina e giornate di sole. Prima di immergervi nella natura, prendetevi il tempo per scoprire la via centrale del paese e i piccoli vicoli che rivelano angoli di rara bellezza: case bianche punteggiate dai fiori coloratissimi della bougainvillea, terrazze che sfiorano il cielo, ristoranti che sfornano prelibatezze e locali dove gustare un aperitivo accompagnati dalla brezza marina. Lasciate il centro e fate una passeggiata fino a
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Lingua, caratteristico villaggio che vi rimarrà nel cuore, per ammirare il faro che si specchia nelle acque dell’antica salina, dove con la luce giusta si riesce a vedere anche il riflesso di Lipari. Abbandonate la civiltà e dirigetevi verso
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Malfa, dove troverete le indicazioni per
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Valdichiesa, piccola località al centro dell’isola, dalla quale partono i sentieri che portano in vetta al
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Monte Fossa delle Felci e al
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Monte dei Porri: in entrambi i casi si tratta di escursioni semplici, ma da non sottovalutare, soprattutto nella stagione calda. Prendetevi il tempo per ammirare i panorami che si aprono dietro ogni curva: più salirete di quota, maggiore sarà la meraviglia che si rivelerà ai vostri occhi, fino ad arrivare sul ciglio degli antichi crateri, oggi coperti di felci e di alberi. Una volta tornati al punto di partenza, vi aspettano ancora due tappe imperdibili per conoscere l’anima di quest’isola:
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Rinella, con la sua caratteristica spiaggia di sassolini neri, e
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Pollara, con le sue pareti di roccia dai colori cangianti che si tuffano nel mare. Reso celebre dal film premio Oscar Il postino, con Massimo Troisi e Philippe Noiret, questo villaggio adagiato sul cratere collassato di un antico vulcano è uno dei luoghi più poetici di Salina. Sedetevi sugli scogli e aspettate l’ora del tramonto, quando le rocce si accendono di colori caldi e va in scena lo spettacolo del sole che si spegne dietro i profili di Alicudi e Filicudi.

“Arcudi era soprattutto il regno
dell’erica e del suo bel colore viola.
Nascevano spontanei capperi,
ginestra, ulivi, vitigni ed erbe
selvatiche. L’aria pulita rigenerava
il corpo e la mente. E su tutto
regnava quel mare capriccioso e
aggressivo, che sapeva diventare
anche severo, e sorprendeva con
i suoi colori cangianti in base ai
venti. Ero stata risucchiata dal
fascino di quel posto, per la gran
parte disabitato.”

Amuri, Catena Fiorello Galeano

Poche decine di persone che la abitano stabilmente, in case sparse unite non da strade ma da scalinate, un solo negozio che vende gli essenziali, sporadici aliscafi che la collegano alle altre isole: Alicudi è un luogo per amanti della natura e della solitudine. Conosciuta nell’antichità come Erikoussa per la gran quantità di piante di erica che coprivano il suo territorio, quest’isola ha la capacità di toccare l’anima nella sua parte più intima. Il silenzio che si stende dal mare fino al Filo dell’Arpa, la vetta più alta, è capace di regalare pace e serenità.

Qui tutto si muove a dorso d’asino, lungo strette scalinate in pietra, e gli indirizzi si trovano contando i gradini: al n. 357, in uno spazio sospeso tra il cielo e il mare, c’è la biblioteca che raccoglie i 7000 libri (di narrativa italiana e straniera, storia, viaggio e poesia) donati da Mascia Musy, moglie di Franco Scaglia, ad Alicudi, luogo in cui lo scrittore si ritirava spesso a lavorare.

DA NON PERDERE

“Col resto dell’isola è come l’Inferno col Paradiso: col mare pullulante di soffioni bollenti; con rocce e scogliere, tutte pietre di zolfo, d’un giallore crudo, abbagliante, che dalle pareti rimanda, come da colossali specchi, il sole tutt’intorno, verso il mare e contro la nera montagna conica; e con la riva, infine, pericolosa e impraticabile non meno del mare, traforata di focolai sulfurei e fumigante di vapori irrespirabili.”

Odore di zolfo, fumarole, rocce dalle sfumature gialle, spiagge nere e mare che ribolle: nel romanzo Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo, così è descritta Vulcano, un’isola che incute insieme fascino e timore, e che a tratti sembra simile al set di un film di fantascienza.
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Il forte odore di zolfo sarà la prima cosa a colpirvi una volta sbarcati a
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Vulcano: vi basterà guardarvi intorno per scorgere le venature gialle che serpeggiano tra le rocce, e quando alzerete lo sguardo verso il
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Gran Cratere della Fossa, che domina dall’alto il paese, vedrete le fumarole che volteggiano nel cielo. Potete soddisfare subito la vostra curiosità e mettervi in marcia oppure organizzare l’escursione all’alba o al tramonto, quando il sole regala una scenografia da sogno. Per raggiungere il cratere, avvicinatevi al punto di partenza del sentiero ben indicato, ma fate attenzione perché ci sono alcune regole da seguire: bisogna essere almeno in due ed è possibile salire unicamente quando il semaforo che si trova alla partenza è verde. Il vulcano, con il cratere fumante di circa 500 m di diametro e 386 m di altezza, è caratterizzato da un’intensa e scenografica attività fumarolica che porta alla fuoriuscita dal terreno di gas solforosi e vapore acqueo alla temperatura di 400°C. Ma il cratere non è l’unica cosa spettacolare che potrete vedere su quest’isola: non lontano dal centro del paese, vi attendono la
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Spiaggia dalle Sabbie Nere, una lunga distesa di sabbia nerissima incastonata nella Baia di Ponente, e, dalla parte opposta dell’istmo che collega l’isola a Vulcanello, la
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Spiaggia delle Acque Calde, il cui nome deriva dalle sorgenti sulfuree sottomarine che riscaldano l’acqua e creano un piacevole effetto idromassaggio. Nel centro dell’isola, invece, salite in vetta al
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Monte Saraceno, che regala una magnifica vista su tutto l’arcipelago, per poi arrivare fino a
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Gelso, angolo di pace annidato nel versante opposto, dove potrete riposarvi sulla sabbia nera della Spiaggia dell’Asino e accomodarvi sulla terrazza della Trattoria da Pina per assaporare fantastici piatti di pesce con una vista impareggiabile sul mare, sul faro abbandonato e sul molo con le barche dei pescatori.

“Appena sbarcato dal piroscafo notai una
grande abbondanza di schegge di ossidiana in
tutti i campicelli fiancheggianti la stradicciola
che dal molo sale tra le sparse abitazioni […].
Nelle larghe piane che si estendono a monte
della strada stessa fino ai piedi del ripido
pendio roccioso del timpone Natoli, i campi,
di recente mietuti, nereggiavano di schegge
d’ossidiana.”

Meligunìs Lipára, III, Luigi Bernabò Brea

Quando Luigi Bernabò Brea sbarcò alle Eolie, nel 1948, era un funzionario della Soprintendenza della Sicilia Orientale e aveva dedicato gli ultimi anni al ripristino del patrimonio archeologico dopo il conflitto mondiale. Durante la sua carriera, Bernabò Brea seguì molte campagne di scavo sia in Grecia sia in Sicilia, ma, quando nel 1973 arrivò il momento della pensione, furono le Eolie la casa che scelse. Insieme all’archeologa Madeleine Cavalier, aprì uno scavo sull’altura del Castello di Lipari, dove individuò un’intatta sequenza stratigrafica che raccontava la storia delle Eolie dal Neolitico medio fino all’età moderna; successione storica confermata dagli scavi nelle altre isole dell’arcipelago.

I materiali dei suoi studi sono esposti nel Museo Archeologico di Lipari a lui dedicato, considerato uno fra i più belli d’Italia. I resoconti degli scavi sono pubblicati nei 12 volumi della serie Meligunìs Lipára.

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PER I PIÙ GIOVANI

“POI QUANDO GLI CHIESI IL PERMESSO DI ANDARMENE, EOLO NON RIFIUTÒ, MA PRESE A CUORE IL MIO VIAGGIO; SCUOIÒ UN BUE DI NOVE ANNI, NE FECE UN OTRE E DENTRO VI CHIUSE DEI VENTI. ZEUS LO AVEVA FATTO CUSTODE DEI VENTI ED EOLO POTEVA TENERLI QUIETI O INCITARLI COME VOLEVA. LEGÒ L’OTRE NELLA MIA BARCA CON UNA CORDA D’ARGENTO, IN MODO CHE NESSUN VENTO USCISSE, TRANNE IL SOFFIO DI ZEFIRO, CHE EOLO LIBERÒ PERCHÉ BENIGNO SPINGESSE LA NAVE PER NOI.”
attività per bambini del sito UNESCO nr. 32
In questi versi dell’ Odissea (X, 1-25), Ulisse e i suoi compagni si fermano a Eolia ospiti di Eolo, dio del vento. Al momento di partire per tornare a Itaca, Eolo dona all’eroe greco un otre nel quale sono chiusi tutti i venti pericolosi per la navigazione. Eolo libera solo il quieto Zefiro, perché guidi la nave verso casa. Ma le cose non andranno come previsto e Ulisse dovrà vagare ancora molti anni prima di rivedere la sua terra. Le mitiche Eolie sono un paradiso, forse non per i bambini più piccoli, ma sicuramente per i ragazzi che amano l’avventura. Scegliete Stromboli. Addentratevi nei vicoli che dal porto si inerpicano verso il centro del paese: troverete un bellissimo belvedere. Poi prenotate un’escursione guidata fino al punto d’osservazione della
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Sciara del Fuoco presso una delle agenzie di guide e attendete l’ora della partenza gustando una granita con la panna. La salita non è molto impegnativa e prevede di arrivare sul balcone panoramico all’ora del tramonto; qui si attende il buio per osservare al meglio le ‘eruzioni stromboliane’, che colorano il cielo con scenografici fuochi d’artificio: dai tre crateri del vulcano escono con regolarità scorie piroclastiche, magma e materiale incandescente, con esplosioni che si susseguono a distanza di pochi minuti generando scenografici getti di lapilli ardenti, lava e scorie che raggiungono i 150 m di altezza. A seconda dell’attività del vulcano, può variare la quota raggiungibile in escursione. Il balcone panoramico è il punto più vicino al cratere che si può raggiungere, perché il sentiero che sale fino alla vetta è al momento interdetto: nel luglio del 2019, un’esplosione parossistica (ben più potente di quelle ordinarie) ha scosso l’arcipelago, causando il blocco delle escursioni. Su quest’isola, il vulcano non è l’unica attrazione: potrete organizzare un’escursione in barca per fare un tuffo a
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Strombolicchio, isolotto coronato da un faro ben visibile dalla costa, circondato da fondali meravigliosi, oppure a
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Ginostra, minuscolo paesino abbarbicato alle pendici del vulcano e raggiungibile solo via mare, abitato da meno di 30 persone. Privo di illuminazione pubblica, è un luogo senza tempo, dove farsi guidare dai ritmi del sole e dai brontolii del vulcano, e dedicarsi alla contemplazione e a lunghe nuotate nel suo mare cristallino.
sito UNESCO nr. 32 in Italia
CONSIGLI DI LETTURA

Suggerimenti di lettura per conoscere meglio le Isole Eolie.

  • Viaggio nelle Eolie, Alexandre Dumas (1854). Il racconto di viaggio di uno dei grandi romanzieri francesi, che a metà del 1800 attraversò in barca l’arcipelago delle Isole Eolie.
  • Meligunìs Lipára, Luigi Bernabò Brea, Madeleine Cavalier (1960-2003). Resoconti, in 12 volumi, degli scavi compiuti dai due archeologi nelle Eolie.
  • Horcynus Orca, Stefano D’Arrigo (1975). L’odissea di un giovane siciliano che, reduce dalla seconda guerra mondiale, affronta un viaggio da Napoli a Cariddi, attraverso il Mare dello Stretto, per tornare in Sicilia.
  • La danza delle streghe. Cunti e credenze dell’arcipelago eoliano, Marilena Maffei Macrina (2008). Libro che traccia l’identità delle Isole Eolie attraverso la figura misteriosa delle ‘majare’ eoliane, streghe legate alle nuvole e al vento, raccontate nei documenti di tradizione orale e riscoperte grazie al lungo lavoro di ricerca dell’autrice.
  • Edda Ciano e il comunista, Marcello Sorgi (2009). Nel settembre del 1945, la figlia prediletta del duce viene esiliata a Lipari: malata, depressa, fiaccata dal dolore e dalla solitudine, non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere senza l’aiuto e l’affetto di Leonida Bongiorno, il capo del PCI locale, partigiano ed erede di una solida tradizione antifascista. Il romanzo racconta la storia di un incontro intimo e travolgente, che legherà per sempre i due protagonisti, al di là delle differenti appartenenze politiche.
  • Il mare di pietra, Francesco Longo (2009). Per ognuna delle sette isole, l’autore sceglie un colore e un mezzo per visitarle, e arricchisce il testo con tantissime suggestioni letterarie e cinematografiche che hanno a che fare con le Eolie, ma non solo, dimostrando come le isole siano sempre punti di snodo di storie lunghissime.
  • A Stromboli, Lidia Ravera (2010). Romanzo autobiografico nel quale l’autrice racconta il suo rapporto con l’isola di Stromboli: appartata, inaccessibile, approdo e punto di fuga.
  • Curzio Malaparte alle isole Eolie. Vita al confino, amori e opere, Giuseppe La Greca (2012). Il libro raccoglie le opere e le poesie scritte da Malaparte nel periodo in cui fu esiliato a Lipari, dall’ottobre del 1934 al giugno del 1935.
  • Amuri, Catena Fiorello Galeano (2021). Dopo 25 anni, Isabella torna ad Alicudi per provare a ritrovarsi e a salvare il suo matrimonio. In quell’isola dove tutto è ardore, natura selvaggia e silenzio, tra escursioni in barca, camminate verso le alture dell’antico vulcano e tramonti strazianti, ogni cosa prende una piega inattesa e la protagonista compie un viaggio dentro se stessa scoprendo che l’amore vero, anche quando è perduto, può fare del bene.
  • Una voce dal profondo, Paolo Rumiz (2023). Il viaggio dell’autore nelle fondamenta dell’Italia, tra crateri, fiumi sotterranei, fondali marini e miniere, passa anche dalle Isole Eolie, per raccontare il mondo mediterraneo che trema, erutta, soffia e si ramifica in mille cunicoli sotterranei.

Per ragazzi:

  • Le isole Eolie viste da una bimba, Ettore Giulio Resta (2012). Una favola allegra e spiritosa per scoprire le Isole Eolie.
  • Le isole Eolie e il vento bambino, Marcella Di Benedetto (2015). Un vento dispettoso accompagna i giovani lettori tra le meraviglie dell’arcipelago.
  • Il vulcano gatto, Gaia Marra (2019). Dedicato a Stromboli e ai suoi gatti, il libro racconta la nascita del vulcano con tutti i cambiamenti che comporta, eruzioni comprese, e gli spazi di cui ha bisogno.
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