MODENA: CATTEDRALE, TORRE CIVICA E PIAZZA GRANDE
PATRIMONIO CULTURALE
Edificato a partire dal 1099, il Duomo di Modena è uno dei più
strabilianti, iconici, decisivi edifici sacri mai eretti dall’uomo: il suo
corredo scultoreo catapulta in un mondo parallelo fatto di simboli,
allegorie e immagini, in grado di elaborare le più fantasiose
espressioni della cultura medievale; la storia della sua costruzione
mescola l’esaltazione della volontà popolare e l’agiografia, l’opera
di figure quasi mitologiche come l’architetto Lanfranco e lo scultore
Wiligelmo all’anonimia delle migliaia di lavoratori che per decenni
profusero immani sforzi nella titanica impresa; i capolavori che
lo adornano all’interno celebrano il trionfo dell’umano ingegno
attraverso i secoli.
Subito accanto alle absidi, poi, ecco la Ghirlandina,
lo slanciatissimo campanile (e torre civica), ultimato nel 1319, che
prende il nome dalle balaustre in marmo che ne incoronano la guglia,
definite dai modenesi ‘leggiadre come ghirlande’, e domina in maniera
inconfondibile lo skyline cittadino. Infine, c’è la piazza in cui tutto
questo sorge, ‘grande’ non solo per l’estensione, ma soprattutto per la
grazia leggiadra e l’armonia in cui si integrano le diverse architetture,
le sedi del potere religioso e di quello civico.
DA NON PERDERE
“Ad un certo punto ero di nuovo in piedi, davanti alle vecchie e robuste chiese marroni di Modena.”
In Impressioni italiane, Charles Dickens racconta la sua sognante confusione a cospetto delle molteplici meraviglie ammirate nel corso del viaggio. Capiterà di provarla anche a voi. Pur senza gli edifici per cui è nota nel mondo, il Duomo e la Ghirlandina, Modena sarebbe comunque una destinazione degna di essere annoverata tra le grandi città d’arte italiane.
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“Il Lambrusco, nella sua creduta umiltà,
assomiglia così allo Champagne.”
L’accostamento di un vino popolare come il Lambrusco,
visceralmente legato alla tradizione contadina del territorio,
al più iconico e raffinato tra i prodotti dell’enologia francese
potrà sembrare dissacrante alla maggior parte degli
appassionati. Ma a Modena vi renderete conto che, oltre a
esser buono a sgrassare la bocca tra un tagliere di salami,
uno gnocco fritto e un piatto di tortellini, e oltre a costituire
un lasciapassare infallibile per fare amicizia con la gente del
posto nei bar e nei ristoranti, il Lambrusco sa rivelarsi talvolta
anche un nettare elegante e complesso. Considerando poi
che c’è chi ne paragona l’effervescenza all’esuberanza delle
misteriose figure scolpite nelle metope del Duomo, chi associa
la sua prorompenza sensoriale allo slancio verticale della
Ghirlandina, chi riconosce una somiglianza tra la sua giovialità
e l’allegria che in ogni momento del giorno e in tutte le stagioni
caratterizza Piazza del Duomo, è facile comprendere perché,
tra gli elementi distintivi della modenesità più autentica,
questo vino meriti un posto di prim’ordine.
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“LA VIA EMILIA TAGLIAVA MODENA IN DUE; LA STRADA DOVE ABITAVO, DA UNA PARTE, SI INCROCIAVA CON ESSA. DALL’ALTRA PARTE C’ERANO GIÀ GLI AMPI CAMPI DELLA PERIFERIA. ERANO UN PO’ IL NOSTRO ‘WEST’ DOMESTICO: BASTAVA [...] ATTRAVERSARE UNA STRADA, E C’ERANO GIÀ INDIANI E COW-BOYS, CAVALLI E FRECCE; C’ERA, INSOMMA, L’AVVENTURA, TRADOTTA IN ‘PADANO’ DAI FILM E DAI FUMETTI.”


CONSIGLI DI LETTURA
Suggerimenti di lettura per immergersi nell’atmosfera della città.
- La secchia rapita, Alessandro Tassoni (1622). Questo eroicomico poema racconta della cruenta battaglia di Zappolino (1325), durante la quale i soldati modenesi, giunti alle porte di Bologna, rubarono un malmesso recipiente da un pozzo che fu riportato in città come il più glorioso dei trofei. Eppure, la storia narra che solo pochi mesi dopo fu siglata la pace, nella quale fu ristabilito lo status quo antecedente allo scontro. L’unica conseguenza della battaglia, in definitiva, fu proprio il rapimento della secchia... oltre ai 2000 morti invano.
- Impressioni italiane, Charles Dickens (1846). È la metà dell’Ottocento, quando lo scrittore inglese intraprende un lungo viaggio per la penisola, toccando, tra le varie città, Genova, La Spezia, Carrara, Bologna, Mantova, Firenze, Roma, Napoli e Venezia. Raggiunge anche Modena, sotto un azzurro cielo autunnale. E, ovviamente, rimane molto colpito dalla cattedrale.
- Vino al vino, Mario Soldati (1969). In questa pietra miliare della letteratura italiana del Novecento, in cui il genere odeporico, il costume, l’enogastronomia e il bello stile si mescolano magistralmente, Soldati dedica parecchio spazio al territorio modenese, per via della produzione di Lambrusco, di cui descrive nel dettaglio le tecniche di vinificazione. Ma c’è spazio anche per piatti tipici, come lo zampone e i borlenghi.
- Radici, Francesco Guccini (1972). Il quarto album di Guccini contiene alcune tra le sue canzoni più famose, come ‘La locomotiva’ e ‘Il vecchio e il bambino’. ‘Piccola città’ è dedicata a Modena, sua città natale, teatro della sua adolescenza. In ‘Incontro’, Modena fa da sfondo al dialogo tra il cantautore e una vecchia compagna di scuola.
- Il tempio degli uomini liberi. Il Duomo di Modena, Dario Fo (2004). Spettacolo teatrale scritto dall’ultimo premio Nobel della letteratura italiano, che racconta la storia del Duomo di Modena e ne documenta l’eccezionalità, per il fatto di essere il più antico edificio sacro di cui conosciamo l’architetto, per l’influenza che ha avuto nello sviluppo dello stile romanico e dell’arte medievale e per il ruolo decisivo esercitato dal popolo nella sua edificazione, anche in contrapposizione al potere ecclesiastico. Dario Fo entra nel dettaglio, descrivendo l’iconografia delle fantasmagoriche scene plasmate nella pietra dei capitelli, delle metope, dei bassorilievi.
- Un lingotto rosso sangue, Luca Marchesi (2019). Un bel thriller, per immergervi nelle affascinanti terre che circondano Modena, immedesimarvi nel dramma del terremoto del 2012 e rabbrividire, seguendo un’oscura scia di sangue.
- Il giorno dei morti. La saga dei vampiri, Claudio Vergnani (2020). Modena è abitata da secoli dalle creature misteriose e dalle immagini fantastiche che popolano il Duomo. In questo romanzo, però, scoprirete che in città dimorano anche i vampiri.
Per ragazzi:
- La battaglia finale: I Tempestari e le streghe della Bassa, Luca Marchesi (2011). La Bassa modenese è terra fatta di distese di campi e tradizioni pulsanti, fitte nebbie e gente pragmatica; talvolta, come in questo caso, anche di maghi, sirene, streghe e un grande olmo parlante.

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