VILLA ROMANA DEL CASALE A PIAZZA ARMERINA
PATRIMONIO CULTURALE
Colline boscose e campi di grano e papaveri. Nella vampa d’agosto,
un gruppo di carrozze in viaggio sulla strada che collega Agrigento
a Catania si immette in un viale orlato di cipressi che conduce a
un’immensa villa, circondata da un giardino rinfrescato da fontane.
Nel sontuoso atrio, l’allegra comitiva è accolta dal proprietario, vestito
di una corta tunica rossa con pesanti ricami dorati.
Il morale è alto,
alimentato dalle aspettative per i giorni che seguiranno. L’élite romana
residente in Sicilia, grandi latifondisti vicini alla famiglia imperiale, è
stata invitata per una vacanza all’insegna di lusso, relax, buon cibo,
spettacoli e caccia. Meno di un secolo separa questa giornata dal
momento in cui un generale barbaro dell’esercito romano deporrà
l’ultimo imperatore, il quattordicenne Romolo Augustolo.
Ma ora i
servi siriani sono pronti per i massaggi all’olio di rosa e in cucina la
carne arrostisce sugli spiedi. E questa è la vita alla Villa del Casale di
Piazza Armerina, raccontata dai suoi mosaici: 3535 mq di pavimenti
musivi, Patrimonio UNESCO dal 1997.
DA NON PERDERE
“Per quanto riguarda i problemi pratici, la Villa del Casale a Piazza Armerina è oggi il più grosso grattacapo della soprintendenza di Siracusa. Bisogna infatti riparare i mosaici che, conservatisi quasi intatti sotto la terra, oggi sono all’aperto esposti a tutte le intemperie. Occorre perciò una tettoia; ma, per quanto ci siano i fondi, è difficile escogitare una tettoia così vasta che non deturpi la bellezza del luogo. Pure qualcosa si farà, perché proteggere i mosaici è indispensabile. Per ora, specialmente al termine dell’estate, si è costretti a coprirli almeno in parte di una coltre di sabbia. Pochi perciò possono dire di averli visti tutti.”
Quando Guido Piovene, durante il suo Viaggio in Italia, arriva a Piazza Armerina, la Villa del Casale è stata scoperta da poco, ma la questione della conservazione dei mosaici appare subito come urgente. Sarà risolta nel 1957, con la copertura progettata dall’architetto Franco Minissi, considerato il padre della museografia italiana.
Google Maps
“[…] contavano che al Casale, nella valletta
del Nociara, avevan scoperto sotto terra una
gran villa, pavimenti a minuscoli quadrelli che
formavano cornici a ghirlande di frutti e fiori,
scene di caccia ed animali selvatici e foresti [...].
Ma la meraviglia di cui si contava sottovoce era
la stanza delle bellissime fanciulle, ignude, che
danzavano e giocavano aggraziate con la palla,
l’ombrellino, il tamburello.”
Le prime tracce della Villa del Casale comparvero agli inizi
dell’Ottocento, ma fu negli anni ’50 che si organizzarono i
primi scavi scientifici. In una Sicilia dominata dalla cultura del
pudore e dell’onore, la scoperta di nove ragazze di 2300 anni fa
che facevano ginnastica in bikini fece davvero scalpore.
La Villa del Casale faceva parte di una rete di lussuosissime ville
di proprietà di latifondisti e di floridi centri che basavano la
propria economia sulla coltivazione del grano: 6 km più a sud,
lungo l’antica strada che univa Catania ad Agrigento (ancora
in parte visibile), sorgeva Philosophiana, una cittadina che è
stata scavata solo in minima parte.
Gli archeologi vi hanno
rinvenuto una basilica paleocristiana, un impianto termale
e una statio, una locanda con camere da letto e stalle per il
cambio dei cavalli. Nella località ancora oggi chiamata Sofiana
è ambientato il racconto Filosofiana di Vincenzo Consolo.
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“LA GENTE È CONTENTA NELLE CITTÀ CHE SONO BELLE [...]. RICORDI [...] CHE GENTE CONTENTA C’ERA PER L’ULTIMA PASQUA CHE ABBIAMO PASSATO A PIAZZA ARMERINA?”


CONSIGLI DI LETTURA
Suggerimenti di lettura per conoscere a fondo Piazza Armerina e la Villa del Casale.
- Viaggio in Italia, Guido Piovene (1957). Piovene ha viaggiato per tre anni nel Bel Paese per scrivere questo reportage unico e super dettagliato, considerato un classico della letteratura di viaggio italiana. Dalle Alpi alla Sicilia, passando anche per Piazza Armerina, lo sguardo dell’autore è un invito alla scoperta delle nostre meraviglie.
- Le città del mondo, Elio Vittorini (1969). Romanzo postumo e incompiuto, da cui Vittorini stesso aveva però tratto una sceneggiatura che divenne un film nel 1975. Nel romanzo viene delineato il mito del ‘Grand Lombardo’, individuato per la prima volta da Leonardo Sciascia in un articolo intitolato La Lombardia siciliana pubblicato sul Corriere della Sera nel 1970. Vittorini elenca le ‘città belle’ della Sicilia, fra cui Piazza Armerina, e trova nella loro bellezza il denominatore comune dell’influenza lombarda.
- Il barone, Sveva Casati Modignani (1982). L’erede di una delle più potenti famiglie siciliane intreccia la sua vita con tre donne che segneranno la sua esistenza. L’autrice racconta di aver tratto ispirazione per il suo romanzo da una visita a Piazza Armerina, che le è apparsa “splendida e leggiadra”. La copertina della prima edizione mostra uno scorcio di Palazzo Trigona con lo sfondo del Duomo di Piazza Armerina, e il barone di cui si parla è il proprietario dal palazzo, che nel romanzo viene chiamato Bruno Sajeva Mandrascati di Monreale.
- Le pietre di Pantalica, Vincenzo Consolo (1988). In questa raccolta di racconti, il protagonista di Filosofiana, Vito Parlagreco, è un contadino che durante una pausa dal suo lavoro pensa alla villa romana che alcuni archeologi stanno scavando poco distante dal suo campo. Quella scoperta suscita in lui una riflessione: “Ma che siamo noi, che siamo? Il tempo passa, ammassa fango, terra sopra un gran frantumo d’ossa. E resta, come segno della vita che è trascorsa, qualche fuso di pietra scanalata, qualche scritta sopra d’una lastra, qualche scena o figura come quelle dissepolte nella valle di Piazza. Un cimitero resta, di pietre e ciaramite mezzo a cui cresce, a ogni rispuntar di primavera, il giaggiolo, l’asfodelo”.
- Piazza Armerina nella letteratura, Ignazio Nigrelli. È un testo conservato in pochi esemplari, nato dalla stesura di appunti di lezioni tenute nell’anno accademico 1996/1997 all’Università Popolare del Tempo Libero di Piazza Armerina e stampato con il contributo della Provincia di Enna. Una guida fondamentale per seguire la traccia delle citazioni della città di Piazza Armerina e della Villa del Casale dal Medioevo alla seconda metà del Novecento.
- Tra i filari di viti, Lorenzo Zaccone (1998). Raccolta di racconti scritta da un insegnante di lettere al liceo classico e alla scuola media di Piazza Armerina, dalla prosa estremamente ‘siciliana’ nella sua eleganza. Il racconto Affreschi è ambientato a Piazza Armerina e parla anche della Villa del Casale.

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